Spazio-tempo e curve nella Relatività Einsteiniana
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Una rappresentazione tridimensionale delle curve spazio-temporali quadridimensionali relativistiche |
Questa introduzione è fondamentale per l'argomento che
mi appresto a trattare: i conflitti della fisica moderna e i modelli
adottati come soluzione ad essi. È capitato più volte che un
modello fisico appurato e dimostrato in maniera scientifica si sia
trovato in pieno contrasto con un altro, e cosi si è giunti a ciò
che è definita rivoluzione scientifica,ovvero l'introduzione di un
nuovo paradigma onnicomprensivo.
Analizzerò quindi tre conflitti, di cui l'ultimo è
tuttora la sede principale di discussione dei fisici moderni: il
primo è tra meccanica Newtoniana e elettromagnetismo di Maxwell, il
secondo tra la gravitazione universale di Newton e relatività
ristretta, e infine l'ultimo tra relatività generale e meccanica
quantistica.
Andiamo per ordine: il primo conflitto nasce dalla
dimostrazione di Maxwell sulla costanza della velocità della luce e
delle onde elettromagnetiche in generale. La meccanica di newton
dimostrava invece che il moto era relativo in base al sistema in cui
lo si osservava. Se tu lanci una pallina in un treno (che viaggia a
200 km/h) a 5 Km/h, per un osservatore esterno quella pallina può
viaggiare a 205 km/h (se la pallina è lanciata nella stessa
direzione del treno) e a 195 km/h (se in direzione contraria). La
luce viaggia sempre a velocità costante: se due persone in un treno,
poste a uguale distanza da una lampadina, sono tenute a firmare un
documento nell'istante in cui si accende, per un osservatore esterno
essi la firmeranno in due momenti diversi! Ciò sembra incredibile,
eppure alla luce dei concetti che ora illustrerò risulterà
perfettamente logico.
Colui che risolse tale conflitto fu Albert Einstein che
introdusse la teoria della relatività ristretta. Essa si basava su
due principi: che le leggi della fisica erano uguali in tutti i
sistemi di riferimento inerziale (ovvero quelli fermi o in moto non
accelerato), e che la velocità della luce fosse una costante. Da ciò
egli deduce che ciò che era relativo da un sistema all'altro fossero
appunto il tempo e lo spazio. Egli ipotizza che l'intera materia
dell'universo si muovesse alla velocità della luce in direzione del
tempo e pertanto quando essa si avvicina a velocità prossime a
quella della luce, si verifica una dilatazione temporale e un
restringimento spaziale. Estendendo tale teoria a diverse branche
della fisica, come la quantità
di moto, egli scopri un equivalenza tra materia e energia, da cui la
nota formula E=mc².
Tale formula anticipa diversi concetti della meccanica quantistica.
Seppur
accompagnata da un'iniziale freddezza e scetticismo, la teoria portò
a numerose conferme scientifiche, che resero Einstein celebre. Ma, in
breve si notò un problematico conflitto tra la nuova teoria ed uno
dei capisaldi della fisica dell'epoca. La relatività ristretta
asseriva che nessuna informazione potesse viaggiare più veloce della
luce, ma la formula della gravitazione universale di newton metteva
in relazione due masse che interagivano in maniera istantanea,
indipendentemente dalla loro distanza. Einstein intuì che le due
teorie erano incompatibili, ma sicuro delle proprie scoperte decise
di continuare le ricerche e di costruire un nuovo modello a partire
da esse.
Ma la rivoluzione
ci fu quando Einstein ebbe quella che definì la sua intuizione più
felice: l'equivalenza tra un sistema accelerato ed uno soggetto a
forza di gravità. Partendo da questa considerazione, egli formulò
il principio della sua nuova teoria, quella della Relatività
Generale. Tale principio asseriva che le leggi della fisica erano
uguali in tutti i sistemi ,anche in quelli non inerziali, in quanto
per un osservatore un sistema accelerato poteva essere rappresentato
da uno soggetto alla forza di gravità. Da ciò egli scaturì un
altro elemento fondamentale della sua teoria: le curvature
spazio-temporali. Egli unì i fenomeni gravitazionali a quelli
relativistici e affermò che in prossimità di un corpo estremamente
massivo, la gravità operasse in modo da curvare la trama
spazio-temporale circostante.
Tale teoria portò
a risultati strabilianti: la scoperta del big bang, dei buchi neri,
dell'espansione dell'universo ( che Einstein rifiutò, in quanto
l'idea di un universo immutabile era troppo radicata, e che gli fece
introdurre la costante cosmologica proprio per bloccare tale
concezione, fin quando Edwin Hubble non la dimostrò) e del redshift
e delle onde gravitazionali. Ma anch'essa, purtroppo, si dimostrò in
contrasto con un altra teoria, quella della Meccanica Quantistica, e
proprio a causa di questa conflittualità, incapace di spiegare a
fondo alcuni dei fenomeni sopra citati. Nella prossima parte
analizzeremo quindi la teoria subatomica, le teorie di campo
quantistico e quindi illustrerò il terzo e ancora attuale dilemma
della fisica teorica: la gravitazione quantistica