venerdì, ottobre 21, 2011

Consumismo: cosa volete dalla vita?

Questa riflessione sul consumismo che mi appresto a trattare, è partita osservando in TV gli elogi al da poco deceduto Steve Jobs, CEO della apple.Erano numerosissime le trasmissioni in cui il suddetto era definito genio, ma ciò che mi veramente mi ha stupito è stato il parere di Richard Stallman: " Steve Jobs, pioniere del computer inteso come prigione resa cool, colui che ha progettato di separare gli stupidi dalla loro libertà, è morto. Nessuno merita di dover morire, ma tutti ci meritiamo la fine dell’influenza maligna di Jobs sul computing "Egli per primo ha ribadito come i prodotti apple fossero solo uno dei peggiori esempi del consumismo. Non è raro infatti trovare persone che utilizzano iphone, ipad o ipod solo per moda, senza alcuna conoscenza informatica o comunque necessità di tali servizi.


Steve presenta il prodotto che più di tutti ha segnato il successo apple
Sorge spontaneo allora chiedersi il perché. Perché la gente definisce Jobs un genio? Perché questi prodotti sono in cima alle classifiche di vendita? La risposta è una e valida per entrambe le domande: perché jobs è un genio si, ma del mercato e del trasportare la folla."Siate affamati, siate folli" Ma di che cosa? Dei nostri prodotti! Egli ha saputo piazzare prodotti si innovativi e di ottima qualità, ma in una maniera tale da fare immedesimare la massa in essi. 
Purtroppo questa è solo l'introduzione a un discorso più ampio, che riguarda si il consumismo, ma che risponde a una domanda molto più profonda: cosa volete dalla vita? cosa vi rende felici?
Il termine consumismo indica già per se la felicita che si ricava da un bene materiale, ma è proprio ciò a far paura di tutto il discorso. Le persone vengono illuse di poter divenire felici semplicemente grazie al denaro che danno alle multinazionali in cambio di prodotti magari inutili.

"Le cose che possiedi alla fine ti possiedono"
"La pubblicità ci fa inseguire le auto e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene."

Queste citazioni sono tratte dal film "Fight Club", uno dei pochi che tratta del consumismo. Il messaggio del film è quello di abbandonare gli stupidi modelli proposti dalla nostra società, e di ridurre la nostra vita agli istinti più primordiali, perché è in essi che l'essere umano può sentirsi felice e veramente tale. I santi un tempo dicevano che la salvezza arrivava spogliandosi dei propri beni terreni, ma ora il concetto è un po diverso. Non dobbiamo spogliarci dei nostri beni, ma delle idee presenti dietro di esse. L'obiettivo di ogni multinazionale è quello di farci identificare con i propri prodotti, farci credere che noi siamo il nostro cellulare, i nostri vestiti di marca, le nostre macchine! L'unica conclusione coerente a questo discorso, è quello di ricercare la felicità, non nei bei materiali ma bensì nei contatti umani, negli affetti e nelle piccole esperienze quotidiane, ma anche di cercare di utilizzare il proprio denaro in maniera prettamente pragmatica, riflettendo come un bene materiale serve soltanto per utilizzarlo. 
L'unica vera morale dietro questo post

domenica, ottobre 16, 2011

Indignatos: il perchè della violenza

Per cominciare questo blog, vorrei trattare circa ciò che più mi ha colpito ultimamente. I disordini nelle manifestazioni son frequenti, ma quelli di ieri non mi convincevano. Riassumendo, in un corteo prevalentemente pacifico si è introdotto un gruppo, quello dei black block, che è riuscito in maniera indisturbata a mettere a soqquadro la capitale, sotto i fischi della prevalenza manifestante. Ne risulta una denaturazione dell'intento originale, anzi l'opinione pubblica si è schierata completamente contro la manifestazione. Qual'era l'obbiettivo della violenza? Che cosa volevano ottenere i black block? È possibile che sia vandalismo allo stato puro, ma , all'interno di un'evento tanto scomodo per il sistema capitalistico attuale, potrei avanzare l'ipotesi di motivazioni politiche. Si, perché, quel che voglio dire, è che la vera intenzione dei facinorosi era quella di danneggiare la stessa manifestazione. Se si analizza la questione in semplici termini di guadagno, ciò appare piuttosto evidente; invece si tende a analizzarla in termini idealistici accomunando i violenti alla maggioranza moderata e snaturandola in tal modo.
Voi che ne pensate? Ogni opinione è accolta nei commenti.